Il saggio è destinato agli amanti del genere e agli addetti ai lavori.
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Di seguito, riporto l'introduzione:
Questo saggio rappresenta la prima applicazione della semiologia al gioiello ed alla sua produzione. Tra i principali interessi per la semiologia, scienza che studia i segni e la loro significazione, è il grado di incidenza nella nostra società, nel senso che nello studio di tali segnasi introduce un nuovo che oltre ad essere elemento di conoscenza è anche elemento di trasformazione. Lo smontaggio ed il montaggio del sistema segnico di una generica opera artistica, ci offre la possibilità di ottenere una “riduzione” dell’oggetto-gioiello ai termini invarianti per individuare le relazioni tra i segni e la vita della società. Questo aspetto è il rapporto di socialità e comunicabilità tra gli uomini, e questa dialettica assicura, almeno nel nostro campo d’indagine, continuità con il passato ma soprattutto un più ampio e condiviso linguaggio del gioiello. La frammentazione odierna del gioiello e quindi della gioielleria come produzione è l’esempio del distacco dal passato, una mancanza del dibattito culturale sul senso del gioiello e del suo ruolo nella società. E’ evidente che anche il gioiello soffre del particolare momento di enpasse culturale dell’intera società, ma anche di un suo specifico settore di studio e di ricerca, ovvero di quel contributo teorico che è alla base di ogni disciplina umana, che garantisca un codice di comunicabilità tra passato e presente per ottenere una reale oggettivazione. L’applicazione della semiologia al gioiello è anche il tentativo di una specializzazione disciplinare con la conseguente partecipazione ai più ampi campi di esperienze sociali, infatti il nuovo è esperienza che apre discussioni sul segno del gioiello ed alla sua nuova forma condivisa. Per ottenere questo obiettivo bisogna integrare la ricerca storica con il metodo scientifico, un dualismo necessario per una struttura antropomorfica che generi un “codice universale”, un riferimento storico-culturale da cui attingere o riversare l’esperienze dell’uomo nel gioiello e nella gioielleria. Questo saggio racchiude nei suoi capitoli l’integrazione del metodo storico con quello scientifico, al fine di ottenere la più completa visibilità del gioiello, determinando una vera e propria dialettica all’interno del panorama delle vicende umane, ripristinando il suo reale contributo alla storia dell’uomo come espressione del dualismo Kantiano di materialità e spiritualità. Nella natura del gioiello, si determinano i ruoli dell’oggetto-gioiello con i diversi valori espressivi nelle varie epoche. Un oggetto che, per sua natura, ha assunto nel percorso storico un significato religioso, un significato sociale, un significato politico, come espressione di precisi momenti derivanti dalle attività dell’uomo e del suo divenire in relazione alla sua realtà esterna. Nello storicismo del gioiello”, si afferma che il gioiello è un prodotto di un’attività dell’uomo intesa come mediazione e sintesi del suo pensiero. Nella semiologia del gioiello, si applicano i valori semiologici con l’individuazione di un segno, di un linguaggio e di un codice attraverso cui il gioiello esprime la sua valenza artistica. Nel capitolo il gioiello di carta, si evidenza che non solo gli oggetti realizzati formano segni nella sua storia ma, anche la quantità di disegni che rimane sulla carta contribuiscono alla dialettica storico-culturale. Il quinto ed ultimo capitolo, la lettura del gioiello, su affronta la prima lettura semiologica del gioiello, con le istanze sociali che determinarono la fattibilità nel processo di sintesi formale, per avere nella stessa lettura un chiaro riferimento culturale da cui evincere storicamente la nascita di quel gioiello in quel periodo.
Se è vero che, l’esercizio del fare dell’uomo è insita nel suo animo per una continua lotta contro la realtà del mondo esterno in un ancestrale dilemma di esistere per affermare la propria individualità, è qui il richiamo all’arte come espressione, la produzione gioielliera, dal primo monile ad oggi, appartiene all’uomo e ne consolida tutti gli aspetti con un diritto che si può definire al pari di tutta l’arte “ maggiore” che da troppo tempo la subordina ad un ruolo secondario. Se i valori che noi giustamente diamo ad un’opera d’arte come un affresco, una pittura, una scultura o un’ architettura sono tali, perché comprendono la vastità del pensiero umano, sono tali anche per il gioiello, perché anch’esso comprende la storia dell’uomo.
Antonio Di Bene
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